Il progetto è uno studio sugli eremi e sui luoghi di culto rupestri d’Abruzzo, una realtà complessa e poliedrica mediata dalle immagini e dagli immaginari a cui siamo sottoposti. Chi è il visitatore contemporaneo e come si approccia a questi luoghi carichi di segni e stratificazioni?
Il lavoro si articola attraverso le immagini prese durante l’attraversamento fisico di questi luoghi e quelle prese attraverso Google Street View. Una parte degli ottanta siti presenti nella regione è infatti accessibile tramite le riprese caricate dai singoli utenti. I bug del sistema ci restituiscono un senso di non coincidenza con la realtà mentre l’individuo sembra dissolversi nell’atto di fotografare. Le due modalità di accesso al reale collimano e divergono allo stesso tempo.
La ripresa meccanica della realtà, segno che si aggiunge alle stratificazioni, ci guida verso nuovi stati di coscienza che pure ripercorrono le persistenze dei secoli attraverso riti, credenze e culti. La fotografia stessa diventa rito, mediatrice tra realtà e immaginario.
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